Casa in eredità ai figli: tasse e altri aspetti importanti da considerare

Come lasciare la casa in eredità ai figli: tutto quello che c’è da sapere

Come lasciare la casa in eredità ai figli? Come dividere una casa tra di loro? Come funzionano le tasse? Cosa cambia se si ha un testamento o meno? Queste domande si pongono molto spesso quando è il momento di lasciare in eredità o regalare una casa ai propri figli: nella maggior parte dei casi, infatti, in una successione c’è un immobile di mezzo.
Ciò accade perché il 70% degli italiani ha una casa di proprietà, quindi, gli eredi sono chiamati in causa per dividere la proprietà in caso di successione, rispettando le norme stabilite dal codice o dal testamento, in caso ce ne sia uno. Infatti, il testamento potrebbe anche decidere di assegnare l’immobile ad un solo figlio, nel caso sia la volontà del defunto.

Tra burocrazia, tasse da pagare e norme in materia molto complesse, è facile confondersi. In questa guida riusciremo a chiarire aspetti legati alla successione e all’eredità della casa per i figli, rispondendo alle domande più comuni, e fornendo le dritte in merito a quali sono le percentuali da rispettare per le quote di proprietà, quali sono i diritti del coniuge e dei figli, quali tasse si devono pagare per effettuare la successione, chi deve pagare le tasse sull’immobile, e molto altro ancora.

Come lasciare casa in eredità ai figli, senza un testamento

Non è sempre necessario redigere un testamento per lasciare un immobile di proprietà in eredità ai propri figli: la legge è chiara a riguardo, infatti, da la possibilità di attribuire i beni, nel caso di morte, ai famigliari più stretti, escludendo i gradi di parentela più lontani.
Se il defunto è un genitore vedovo/a, tutti i beni andranno per legge, anche in assenza di testamento, direttamente ai figli.
Anche nel caso di figli con un età inferiore ai 18 anni, il figlio minore non può rinunciare all’eredità, se non esplicitamente espresso nel testamento.

Per fare un esempio, ipotizziamo che Mario muoia senza che abbia redatto un testamento mentre era in vita, e che la sua eredità, compresa la casa di proprietà, vadano ai figli Marco e Domenico, poiché la moglie di Mario era morta pochi anni prima. I figli sono due, quindi entrambi erediteranno il 50% dei beni del padre, anche dell’immobile.
Nel caso, invece, in cui il coniuge sia ancora in vita, ed in assenza di testamento che disponga diversamente dalla legge in questione, a quest’ultimo va in eredità:

    • L’intero immobile, se non ci sono figli;
    • Metà dell’immobile, se c’è un solo figlio, con il diritto di abitare nella casa fino alla propria morte, ovvero il diritto di abitazione; il resto va al figlio.
    • Un terzo dell’immobile: qualora ci siano due o più figli, ed ovviamente il diritto di abitazione. I restanti due terzi saranno divisi tra i figli con quote uguali tra loro.

Facendo un ulteriore esempio, ipotizziamo che il signor Mario muoia, e lasci in eredità i suoi beni, quindi anche la casa di proprietà, alla moglie e ai tre figli. Alla moglie del signor Mario andrà in eredità un terzo della casa, ma potrà continuare a viverci finché non muore, mentre i tre figli, erediteranno i restanti due terzi dell’immobile, diviso per quote uguali, ma non avranno il diritto di abitazione come la madre, a meno che non siano nello stesso nucleo familiare.

Come lasciare casa in eredità ai figli, attraverso il testamento

Per evitare la situazione descritta precedentemente – ovvero che sia la legge a stabilire le quote di suddivisione dei beni e dell’immobile, tra coniuge e figli – il proprietario dell’immobile, può decidere di optare di redigere un testamento, prima della sua morte, così da personalizzare la successione e la divisione della casa, se ha necessità di lasciare percentuali diverse tra i figli..
Durante la stesura del testamento, la legge impone di rispettare le quote di legittimità, che sono delle quote minime di eredità che si devono obbligatoriamente lasciare agli eredi legittimati, quindi coniuge e figli, e che possono essere corrisposti attraverso qualsiasi tipo di bene.
le quote di legittimità, per il proprietario, è possibile ripartire le quote dalla casa in eredità ai figli, a seconda delle proprie intenzioni personali.

Le quote minime di legittimità, come funzionano?

Vediamo nel dettaglio quali sono le quote minime di legittimità, da rispettare in caso di testamento, nei confronti dei familiari più stretti, quindi figli e coniuge:

    • Se alla morte del proprietario, è in vita solo il coniuge, senza figli, a questi passano in eredità metà dei beni e quindi il 50% della casa, più il diritto di abitazione, mentre il residuo del patrimonio può essere attribuito liberamente in base alla volontà del testamento;
    • Se alla morte del proprietario, i parenti più stretti sono il coniuge e un figlio, al coniuge va in eredità un terzo dei beni e dell’immobile in questione, più il diritto di abitazione, mentre al figlio per diritto un almeno un terzo dei beni, compresa la casa; il restante valore del patrimonio può essere distribuito liberamente tramite il lascito testamentale;
    • Se alla morte del proprietario, sono in vita il coniuge e più di un figlio, per diritto, almeno un quarto dell’eredità della casa va al coniuge, compreso il diritto di abitazione, invece, ai figli andrà in eredità sicuramente almeno la metà dell’eredità, divisa in parti uguali. Il resto del patrimonio può essere attribuito liberamente in base alla volontà del testamento;
    • Se alla morte del proprietario, è in vita solo un figlio, a questi andrà per legge, anche in presenza di testamento, almeno la metà dell’eredità e quindi almeno il 50% dell’immobile. Il resto del patrimonio verrà lasciato in eredità a seconda delle volontà presenti all’interno del testamento.
    • Se alla morte del proprietario, ci sono solo due o più figli, questi avranno diritto a due terzi dell’eredità, e quindi della casa, da suddividere in parti uguali. Il restante terze verrà lasciato in eredità rispetto al lascito testamentale.

Cosa succede nel caso si redige un testamento senza rispettare le quote di legittimità?

Se il proprietario dell’immobile, quando è ancora in vita, redige un testamento senza rispettare le quote minime di legittimità, quando si deve effettuare la successione, gli eredi più prossimi, quindi figli e coniuge, possono avviare, entro dieci anni dalla morte del testatore, un’azione di lesione della legittimità del testamento, così da ristabilire in proprio favore le quote minime spettanti per legge.
Prima di effettuare una causa relativa ad una successione ereditaria, il consiglio che vi diamo è quello di dar corso ad un processo di mediazione, tramite un avvocato, d’innanzi ad un organismo riconosciuto dal Ministero della Giustizia.

Casa in eredità ai figli: come funzionano le tasse?

Quando etra in successione la casa che costituiva la dimora della famiglia, come detto, al coniuge ancora in vita, spetta il diritto di abitazione dell’immobile, anche se la proprietà non è sua al 100%. In questo caso, quindi il coniuge diventa l’unico soggetto che deve rispondere al versamento della totalità dei contribuiti per l’immobile.
Nel caso in cui la casa viene ereditata da uno o più figli, le tasse sull’immobile devono essere versate, dividendo le quote rispetto alle percentuali.
Quando la casa va in eredità ai figli, è necessario anche versare un’imposta di successione, che prevede differenti franchigie e aliquote:

  • Se la casa va in eredità al coniuge e ai figli, l’imposta di successione sarà pari al 4% del valore della casa e dell’eredità;
  • Se la casa va in eredità ai figli, l’imposta di successione sarò pari al 6%.

Talvolta il governo prevede incentivi e sconti fiscali, in caso di ristrutturazione di immobili storici o tenute d’epoca. Nel caso l’eredità riguardi questi immobili, ti consigliamo di approfondire sul nostro articolo riguardo alla ristrutturazione della casa senza stress.

Casa in eredità ai figli: c’è differenza tra figli naturali ed figli legittimi?

La legge riguardante la successione in caso di morte, ormai non prevede più differenze tra figli naturali (definiti quei figli nati fuori dal matrimonio, cioè da coppie di fatto) e figli legittimi (quei figli nati all’interno del matrimonio). Inoltre, è stata eliminata dalla legge in questione, ogni differenza riguardante anche i figli adottivi. Tutte le norme di cui abbiamo fatto riferimento in questa guida, quindi si riferiscono a tutti i figli, indistintamente che questi siano adottati, naturali o legittimi.