Intolleranza al lattosio: l’importanza di una diagnosi precoce e come gestirla

Articolo scritto con la collaborazione di salusfy.com

L’intolleranza è una condizione molto diffusa, che si verifica quando il nostro organismo non è in grado di digerire il lattosio, ovvero lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati. Sebbene non sia una malattia grave, può causare fastidi e disturbi, rallentando il metabolismo e compromettendo la qualità della vita, soprattutto se non diagnosticata e gestita correttamente. Cercheremo ora di capire cos’è l’intolleranza al lattosio, i suoi sintomi e le sue conseguenze, la diagnosi precoce, l’alimentazione adatta e i consigli pratici per vivere con questa condizione.

Cos’è l’intolleranza al lattosio?

Come accennato, essa è una condizione dovuta alla mancanza o alla scarsa presenza dell’enzima lattasi, che ha il compito di digerire il lattosio. Esso, come zucchero, non digerito correttamente, si fermenta nell’intestino causando la produzione di gas. La quantità prodotta è tanto maggiore quanto maggiore è la quantità di sostanza ingerita e la capacità di digerirla. Ciò significa che le persone che soffrono di questa carenza, possono manifestare diversi livelli di sensibilità. In generale, questo problema si verifica più frequentemente in età adulta, ma può manifestarsi anche nei bambini. Alcuni studi indicano che l’incidenza varia da una popolazione all’altra, ma in media interessa il 70% della popolazione mondiale.

Sintomi e conseguenze

I sintomi possono essere diversi, ma in genere consistono in gas intestinali, gonfiore addominale, diarrea, nausea, crampi addominali, e talvolta persino vomito. L’entità dei sintomi dipende dalla quantità di sostanza ingerita e dalle condizioni dell’organismo ricevente. Le conseguenze possono tuttavia essere anche molto più gravi. Ad esempio, l’infiammazione dell’intestino tenue può portare alla malnutrizione, soprattutto nei bambini. Altresì, possono verificarsi problemi di salute mentale, come l’insorgere di disturbi dell’umore e del comportamento.

Diagnosi precoce: come fare il test e a chi rivolgersi

La diagnosi precoce è fondamentale per gestire correttamente questa condizione, evitando fastidi e disturbi. Il test più comune è il test del respiro all’apporto di lattosio. In pratica, il paziente beve una soluzione contenente lattosio e viene esaminato il respiro, per misurare la quantità di gas prodotta. In questo modo è possibile stabilire se il paziente ha una intolleranza e con quale grado di gravità. In caso di positività al test, il medico potrebbe prescrivere l’assunzione dell’enzima lattasi, disponibile come integratore alimentare.

Alimentazione: cosa mangiare e cosa evitare

La dieta prevede la riduzione della quantità di prodotti lattiero-caseari e il loro completo divieto solo nei casi più gravi. Tuttavia, l’alimentazione dell’intollerante dovrebbe essere equilibrata e varia, per garantire l’apporto di principi nutritivi fondamentali per il nostro organismo. In generale, si consiglia di evitare, oltre al latte e ai suoi derivati, anche ottenuti con la lattasi e i prodotti contenenti latte, come il burro. Sono invece consigliati gli alimenti a base di soia, riso, miglio, mandorle e noci, e i prodotti di soia e frumento. In caso di dubbi sulla compatibilità degli alimenti, è utile consultare il medico o uno specialista in nutrizione.

Integratori e farmaci

Come già accennato, l’enzima lattasi è disponibile come integratore alimentare, utile per migliorare la digestione degli zuccheri contenuti nei latticini. L’enzima lattasi si presenta sotto forma di compresse o capsule, in grado di facilitare l’assunzione degli alimenti “incriminati”.

Consigli pratici per vivere con l’intolleranza al lattosio: socializzare e cucinare senza latte e derivati

Vivere con dei problemi di alimentazione può creare alcune difficoltà nella vita quotidiana, come ad esempio la scelta dei piatti in un ristorante o la preparazione di pasti per una festa in cui tutti gli ospiti sono invitati. Tuttavia, ci sono molti modi per gestire l’intolleranza al lattosio senza dover rinunciare alla socialità o alla qualità della vita. Ad esempio, si possono cercare ristoranti o pasticcerie che offrono pasti o dessert privi di questa sostanza, o preparare piatti per feste in cui è possibile sostituire il latte con il latte di miglio o altri prodotti. E’ obbligatorio informare amici e familiari delle problematiche riguardo a questa sostanza, in modo che possano aiutare a scegliere alimenti adatti durante una festa o un pranzo in famiglia.

Esistono molti modi per gestire questa problematica e godere di una vita sociale e gastronomica soddisfacente, senza dover rinunciare alla varietà e alla qualità della vita.

Disclaimer: “Questi testi non vanno intesi come indicazioni di diagnosi e cura di stati patologici, pertanto è sempre consigliato rivolgersi al proprio medico curante”.