Una cartomante ci racconta quando e perché ha deciso di leggere le carte al prossimo

La cartomanzia è un argomento che abbiamo già trattato molte volte sul nostro sito. Ad esempio, abbiamo parlato dell’affascinante storia dei tarocchi, che ha radici antichissime in Europa.

Oggi però abbiamo deciso di fare qualcosa di diverso: abbiamo deciso di intervistare una straordinaria cartomante, Eva, che lavora in un notissimo centro italiano, Profetum.

Con lei, abbiamo ripercorso la storia, le origini della sua passione e abbiamo scoperto tantissime perle su questo lavoro.

Le origini

  • Eva, raccontaci: come ti sei avvicinata al mondo dei tarocchi?

La storia è davvero antica, in realtà. Da bambina, molto spesso le amiche e gli amici venivano da me per chiedere consigli e per sapere come dovessero comportarsi. All’epoca non ero consapevole del perché succedesse: a me sembrava assolutamente normale avere delle sensazioni di pancia che si rivelavano vere poco tempo dopo. Onestamente, ero convinta che tutti le avessero. La prima persona a cui ho confidato di avere queste sensazioni è stata la mia nonna. Lei mi ha rassicurata, e mi ha spiegato che non ero la prima donna in famiglia ad avere queste sensazioni. Mi ha anche detto di non farne troppo parola, però, perché ad alcune persone chi ha queste abilità può sembrare strano o bizzarro.

  • Spiegaci meglio: tu hai mai avuto problemi?

In realtà ho sempre seguito il consiglio prezioso della nonna. Ho cercato di essere solamente empatica con le persone che mi raccontavano qualcosa di personale o di problematico, ma nient’altro. Vederle illuminarsi dopo essersi confidate, perché avevano avuto una realizzazione, mi era sufficiente. L’unica cosa per cui sono stata ritenuta un po’ strana da bambina era questa tendenza a fare discorsi profondi, articolati e intensi con gli altri.

Dalle sensazioni alle carte

  • Oggi però ti occupi di cartomanzia. Come sei arrivata a questa disciplina?

Potremmo dire che sono le carte ad essere arrivate a me, e non il contrario. Ero sull’autobus, da ragazza, e quando la persona di fianco a me si è alzata dal proprio posto, sul sedile era rimasta una carta. Era un semplice quattro di spade. L’ho raccolta e ho sentito un fremito dalla mano fino al braccio e poi al petto. Come in un sogno, ho realizzato che queste sensazioni erano nella pancia di molte altre persone, ma che avevano trovato un metodo più semplice per esternarle, cioè usare le carte anziché provare a spiegarle.

  • Wow, dev’essere stata una sensazione davvero forte!

Moltissimo. In quel momento ho realizzato che tutti i miei consigli erano stati quasi inutili, in un certo senso, perché provavano a trasformare una sensazione dell’Anima e delle Emozioni in un discorso tangibile e concreto. Ho capito che se avessi voluto aiutare davvero qualcuno a comprendere il proprio io, o la propria condizione, avrei dovuto affidarmi ad un potere più profondo delle parole o della logica. Del resto, le carte erano arrivate a me in un modo assolutamente imprevedibile, impossibile da spiegare con la logica.

  • Come sei arrivata a conoscere Profetum?

In realtà, ho conosciuto questa meravigliosa realtà da cliente. Cercando informazioni su queste sensazioni che avevo avuto avvicinandomi alle carte ho conosciuto una storica  cartomante del sito profetum.com. Il primo colloquio è stato molto strano: questa persona ha subito capito che io non cercavo risposte sull’amore o sul lavoro o sulla fortuna, ma sul perché avessi queste rivelazioni e su come metterle al servizio della comprensione altrui. Pian piano ho avuto folgorazioni sempre più intense e ho capito davvero che dovevo abbandonarmi alle carte, anziché cercare di capirle. Possedevano una forza, un’energia che mi pervadeva solo a sfiorarle, e dovevo fidarmi di loro.

  • Raccontaci qualcosa in più della tua giornata lavorativa.

Ogni giorno parlo con persone diverse che hanno bisogno di chiarezza, risposte, soluzioni e prospettive diverse. Non tutte sono pronte ad affidarsi immediatamente, e questo lo comprendo.

Cerco di farle arrivare alla fiducia da sole, senza invalidare o snaturare le loro sensazioni (del resto, anche io svalutavo le mie sensazioni, da bambina, e solo una nonna molto premurosa e attenta ha capito il mio disagio).

Con molte di loro si sono creati rapporti di grande amicizia e di stima reciproca, e lo stesso vale con tutti i colleghi con cui condivido le giornate. Capita spesso di confrontarsi per accrescere ogni giorno la nostra capacità di percepire, comprendere e andare a fondo delle vicende. Ho molto da imparare da ognuno di loro.

  • Eva, a chi consiglieresti di fare il tuo stesso lavoro?

È molto difficile tracciare un ritratto univoco. Alcune persone hanno folgorazioni naturali e irresistibili, altre arrivano alla consapevolezza solamente un poco alla volta. Alcune riflettono sui sogni, oppure osservano le stelle, oppure usano le carte o le rune. Credo che le due caratteristiche che accomunano tutti i cartomanti migliori non risiedano nell’esperienza o nella competenza ma nella trasparenza d’animo e nella volontà di aiutare le persone.