Casa: impianto elettrico a norma, ecco come deve essere fatto

Il vostro impianto elettrico per essere a norma di legge deve rispettare determinate caratteristiche essenziali per il corretto funzionamento e per evitare danni a voi e all’appartamento.

I riferimenti normativi per un impianto elettrico a norma

Il DM 37-08 è il decreto ministeriale che regola gli impianti elettrici, insieme a tutte le norme CEI che devono necessariamente essere conosciute da tutti gli elettricisti. Quest’ultimi hanno l’obbligo di rilasciare una dichiarazione di conformità al termine del lavoro, un documento che spiega cosa fare per tenere in modo sicuro l’impianto.

La legge sopracitata infatti pone l’obbligo al proprietario di adottare, nei limiti del possibile, tutte le misure consone per tenere in sicurezza l’impianto.

Ovviamente deve essere fatto da un esperto in materia, che dovrà farlo in base:

  • alla planimetria della casa, quindi capire i punti strategici dove deve andare la corrente
  • alle esigenze della famiglia: ossia quanti e quali elettrodomestici hanno e dove es. lavatrice in bagno, condizionatori, lavastoviglie, le varie tv ecc.

Ovviamente le normative generali riguardano sia gli impianti domestici, in ambiti di ristrutturazioni o implementazioni, ma anche gli impianti degli edifici pubblici o di pubblica fruizione (es. illuminazione stradale).

Come deve essere un impianto elettrico a norma: ecco le caratteristiche

Innanzitutto un impianto domestico a norma deve essere 3kw per superfici di 75 m, lo step successivo è di 6kw. Per la protezione ci devono essere due interruttori generali e devono avere il marchio CE o CEI obbligatoriamente.

Se avete acquistato uno stabile da ristrutturare, dove avete trovato un impianto elettrico già esistente, è consigliabile farlo visionare da un esperto elettricista. Oltre alla funzionalità di base, sarà necessario controllare lo spessore e le condizioni dei cavi, la messa a terra, gli interruttori generali con i salvavita (molto utili se in casa ci sono i bambini) ed i quadri elettrici.

In genere un impianto dura tra i 15 e i 20 anni circa e molti edifici presentano impianti risalenti ai primi anni 90 (e oltre), perciò sarà necessario fare controlli ed ammodernamenti, se non un completo rifacimento.

Inoltre i livelli dei sistemi sono tre:

Il primo livello comprende il minimo dei punti luce ed è consigliato per una casa piccola. Si mettono delle prese all’accesso dell’ambiente e anche un punto luce, due in bagno e il resto a seconda delle esigenze.

Il secondo livello è più sicuro, perché ha i punti luce e le prese che servono alla casa, ma prevede un sistema che controlla i carichi e regola i vari punti, scollegando qualcosa, per evitare che salti l’impianto.

Il terzo livello è quello più moderno, ottenibile con una implementazione di tecnologia domotica. Oltre al sistema del controllo carichi, consente di integrare impianti di videosorveglianza, gestione della temperatura e anche il controllo a distanza tramite app.

Nel 2022 è ancora in vigore la legge che permette di avere la detrazione IRPEF del 50% sula creazione di un nuovo impianto elettrico. Il tetto massimo di spesa è di 96.000€ e la metà dell’importo si ottiene poi alla presentazione della dichiarazione dei redditi, in 10 rate.

Quando l’impianto elettrico sarà pronto e a norma potrete finalmente dedicarvi alla parte estetica e funzionale dell’illuminazione. Sono molti gli shop online ai quali ci si può rivolgere: noi abbiamo cercato consigli su siti settoriali specifici come Stil Lamp che alle spalle hanno un team di esperti di illuminazione.